Moso
Azienda Agricola
Il nome “Moso”, deriva dal nome di origine austriaca “Maus”, che significa “acquitrino”, “palude”.
Gestire il territorio nel suo rispetto, renderlo confortevole e produttivo è uno dei principali e fondamentali scopi dell’agricoltura.
Agricoltura
Suddivisa in colture di prima e seconda semina, l’attività agricola si è svolge su una superficie complessiva lorda di HA 508.
L’attività agricola si sviluppa in prevalenza su 3 coltivazioni principali che sono MAIS, ORZO, GRANO, LOIETTO, ERBA MEDICA, e da ultimo la coltivazione la coltivazione di PRATI STABILI.
La coltivazione principale di Mais occupa mediamente 320 ettari tra primo e secondo raccolto.
ApprofondisciAllevamento
La Società Agricola gestisce una mandria di circa 500 capi di bestiame.
La mandria è destinata alla produzione di latte che viene prodotto seguendo il protocollo del grana padano.
La produzione annuale di latte si attesta nell’intorno di 2.524.638 litri per una produzione media per unità bovina giornaliera di 34,72 litri
ApprofondisciEnergia
La Società Agricola Moso dal 2010 ha attuato un importante piano di investimenti volti alla realizzazione di attività nel settore delle energie rinnovabili.
FOTOVOLTAICO: la Società si è dotata di sei impianti fotovoltaici realizzati sulle coperture delle strutture aziendali, e la potenza complessiva è pari a 548 KWh.
BIOGAS: nel corso degli anni 2011 e 2012, la Società ha realizzato e connesso alla rete un impianto di biogas della potenza di 999KWh .
ApprofondisciRiserva di caccia
La società agricola Moso include all’interno dei propri fondi di Bagnolo Cremasco una riserva di Caccia che gestisce direttamente.
La concessione di caccia ha ad oggetto una superficie complessiva di HA 298,54, di cui circa HA 30 classificati “Area C”, destinati all’allenamento di cani da caccia. Su questa più piccola area, inclusa nei terreni della Società, la caccia è autorizzata per tutto l’arco dell’anno, tranne che nel periodo di febbraio e marzo.
ApprofondisciUn po' di storia
Il Moso di fatto è una piccola depressione, profonda fino a 4 metri rispetto al livello fondamentale della pianura, rimasta a lungo coperta da un vasto acquitrino. La collocazione all’interno dell’antica Isola Fulcheria ha fatto ipotizzare che la sua formazione abbia avuto origine tra il V e l’VIII secolo dopo Cristo quando una serie di modifiche climatiche con forti precipitazioni avrebbero favorito il ristagno delle acque delle rogge di origine risorgiva. Il termine Moso deriva non a caso dalla voce germanica mos, che significa palude. Nella parte meridionale, le rogge Acqua Rossa e Cresmiero permettevano un lento deflusso delle acque. Mai prosciugato al tempo delle bonifiche benedettine e cistercensi, quando il Cremasco divenne un dominio veneto la Repubblica di Venezia ne ostacolò il risanamento per questioni strategiche: la palude del Moso rappresentava infatti una barriera naturale a difesa della città di Crema e delle sue mura. Solo nella prima metà del XIX secolo, caduta da tempo ogni esigenza difensiva, si iniziò lo sfruttamento dell’area con l’estrazione della torba, mentre la costruzione del Canale Vacchelli, dopo il 1887, ne permise la definitiva bonifica e la conversione all’uso agricolo.
Vennero costruite molte cascine: cascina Grande, cascina Borlina, cascina Mosino, cascina Bosco, cascina Merlata, cascina Casello. Nel 1930, non lontano dalla cascina Grande fu innalzato un edificio, oggi privato, da adibire a scuola. In prossimità del medesimo iniziò, a partire dal 1941 la costruzione di una chiesa da parte della famiglia Vimercati-Sanseverino; si tratta di una costruzione in forme classiche con la facciata scandita da quattro lesene che racchiudono un rosone e due statue, il tutto sormontato da un timpano triangolare. Alla facciata è addossato un protiro, sotto il quale sono murate alcune lapidi commemorative riferite agli alpini cremaschi scomparsi, per le quali l’edificio è popolarmente chiamato “chiesa degli alpini”. Nel 1951 vi vennero traslate le spoglie mortali del tenente degli alpini Marcantonio Vimercati Sanseverino e la chiesa mutò dedicazione, dall’originale San Marco all’attuale Santa Caterina in onore della madre dello scomparso.
I dati in tempo reale
Produzione giornaliera | Produzione annuale | Produzione totale | |||
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Fotovoltaico [kWh] | 669
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Fotovoltaico [kWh] | 400372,6
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Fotovoltaico [kWh] | 1095669,1
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Biogas [kWh] | 24009
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Biogas [kWh] | 4020971
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Biogas [kWh] | 100808452
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CO2 risparmiata [Kg] | CO2 risparmiata [Kg] | CO2 risparmiata [Kg] | 0,00
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Quota latte [Kg] | Quota latte [Kg] | 0
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Produzione giornaliera | |
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Fotovoltaico [kWh] | 669
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Biogas [kWh] | 24009
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CO2 risparmiata [Kg] | |
Quota latte [Kg] | |
Produzione annuale | |
Fotovoltaico [kWh] | 400372,6
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Biogas [kWh] | 4020971
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CO2 risparmiata [Kg] | |
Quota latte [Kg] | 0
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Produzione totale | |
Fotovoltaico [kWh] | 1095669,1
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Biogas [kWh] | 100808452
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CO2 risparmiata [Kg] | 0,00
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Quota latte [Kg] |
Dove
Trovarci
Azienda agricola Moso
26010 Bagnolo cremasco CR